mercoledì 27 febbraio 2019

Recensione - "L'assaggiatrice di tè" di Giulia Dal Mas - Review Party


Cari lettori oggi sul blog parliamo del terzo volume della serie La casa degli amori ritrovati di Giulia Dal MasL'assaggiatrice di tè.
Avevo già usato parole entusiaste per il libro precedente, "La cucitrice di sogni" e per la bravura dell'autrice che si è riconfermata all'altezza delle mie aspettative di accanita lettrice di narrativa.


Trama

Tra preziosi tè giapponesi e il ricordo di un antico amore, lo svelarsi di un segreto nascosto nel cuore di Siena

Vanessa vive a Siena dove è arrivata dal Giappone: là sua nonna Magiku le ha insegnato l’arte del tè quando era ancora una bambina. Nella città toscana ha aperto una raffinata sala da tè, dove accoglie i clienti con sorprendenti miscele personalizzate.

Magiku e Vanessa. Nonna e nipote. Geisha e assaggiatrice di tè. Un legame profondo per la ragazza, anche ora che la nonna non c’è più, velato dal mistero della vecchia lettera che ha trovato tra le sue cose: un addio, intriso di sentimenti e spedito da lontano.

Un giorno Vanessa incontra Giorgio, il proprietario del vecchio edificio, nella contrada della Civetta, che la sua amica Celeste intende trasformare in una scuola di danza. L’intesa è immediata e il desiderio di conoscersi li porta a trascorrere sempre più tempo insieme: accompagnata dal fervore del Palio e dalla passione generata dagli eventi che lo scandiscono, l’attrazione tra i due si rafforza finché, durante una breve vacanza in un casale sulle colline, si scoprono involontari protagonisti di una storia iniziata molti anni prima. È una vicenda lontana, che ha segnato il loro passato e minaccia di sconvolgere irrimediabilmente anche il loro futuro.

Riuscirà Vanessa a trovare le risposte che cerca su Magiku e su quel misterioso e profondo amore di cui non le ha mai parlato? La sua storia con Giorgio riuscirà a sopravvivere ai colpi che le riserverà il destino?

Perché leggerlo?

Chi mi segue sin dall'inizio di questa avventura nella blogosfera saprà che anni fa ho intrapreso un percorso di studi che mi ha portata a studiare e approfondire la conoscenza dei paesi dell'Africa e dell'Asia. Una scelta dettata da una forte passione per entrambi i continenti e perché ero estremamente affascinata da tradizioni e culture completamente diverse dalla nostra. Ecco quindi che ho avuto l'opportunità di entrare in contatto con le atmosfere del fascinoso Giappone ed è forse per questo che "L'assaggiatrice di tè" mi ha appassionato moltissimo. È stato magico leggere della cerimonia del tè, un po' meno delle regole imposte alle Geishe, perché troppo lontane dal mio modo di pensare libero e indipendente. 
Giulia Dal Mas ha comunque saputo raccontare quel mondo con vera maestria. Durante la lettura le sue parole scivolano via e si arriva in un batter d'occhio alla fine del romanzo. Ormai i suoi libri sono una garanzia per trascorrere dei piacevoli pomeriggi di relax! 
Ma veniamo alla trama che si snoda tra passato e presente, tra Siena e il Giappone, rendendo la storia ancora più coinvolgente. Ci si ritrova a seguire con interesse le vicende di Vanessa e Giorgio e a farsi trascinare dal mistero che vela la storia d'amore di Magiku, la nonna di Vanessa, e di un affascinante sconosciuto.
Se dovessi trovare un solo aggettivo per descrivere "L'assaggiatrice di tè" userei il termine adorabile, perché è delizioso e parla di amore in maniera molto delicata, cosa abbastanza rara di questi tempi.
Dopo tutte queste belle parole, sapete già quale è il mio consiglio: leggetelo il prima possibile, dai sù! 


martedì 5 febbraio 2019

Recensione - "Piove deserto" di Ciro Auriemma e Renato Troffa - Review Party


Trama

Davide, operaio in una fabbrica di fronte a Carloforte, è morto. È stato un incidente, una disgrazia. O forse è stato ucciso, perché aveva visto o saputo qualcosa che non doveva, magari proprio sullo stabilimento che da tempo rischia la chiusura. Anzi, è ancora vivo, si è nascosto a Cagliari con una donna… Molte voci e menzogne corrono, si inseguono attorno alla sua presunta morte bianca; presunta perché manca un corpo da piangere: Davide è letteralmente sparito. All’ombra di ciminiere che svettano come cattedrali di metallo e cemento, Leo Mari, ex poliziotto ed ex alcolista, una figlia sorda che vede troppo poco e che a malapena riesce a mantenere, torna sull’isola dove è nato e dalla quale è fuggito molti anni prima. Lo fa per affetto, perché Davide è stato il suo migliore amico, ma anche come investigatore per conto dell’assicurazione che dovrebbe saldare il prezzo della sua scomparsa. È un incarico come tanti, si dice, ma diventerà una corsa contro il tempo, alla ricerca di segreti che potrebbero non piacergli e che lo trasformeranno nel bersaglio di chi si sente minacciato dalla verità. Intense passioni civili e private si mescolano in questo potente noir: un’indagine coraggiosa sul dolore di una terra che sa essere paradiso e inferno insieme, e sulla ferocia di un tempo in cui perdere il lavoro può rappresentare una disgrazia peggiore che perdere la vita.

Perché leggerlo?

Carloforte è protagonista indiscussa di questo romanzo, un noir che mi ha convinta sia dal punto di vista della trama che da quello del ritmo narrativo. Se tra voi c'è qualcuno che non conosce Carloforte, vi invito a "googlare" il suo nome o cercare sui social le immagini di questa meravigliosa isoletta sarda, un piccolo angolo di paradiso al largo del Sulcis-Iglesiente.  Sono sicura che vi innamorerete all'istante.
Proprio il Sulcis però, soprattutto in questi ultimi anni, è gravemente colpito dalla crisi delle aziende presenti sul territorio, e il malcontento degli operai è sempre più forte. È in questo contesto che si inserisce la storia narrata da Ciro Auriemma e Renato Troffa e a loro va riconosciuto il merito di porre l'accento su un tema che viene spesso dimenticato dai mass media nazionali.
Per quanto riguarda l'intreccio narrativo, Leo Mari, tornato sull'isola per indagare sul caso che vede coinvolto il suo amico Davide, dovrà districarsi tra mille segreti, alla ricerca di una verità sulla quale è molto pericoloso far luce. Noi lettori non possiamo far altro che accompagnarlo in questo complicato percorso e goderci le bellissime descrizioni di Carloforte che i due autori ci regalano.
Ho trovato molto interessanti tutti i personaggi che vengono presentati nel romanzo, ma lasciatemi dire che ho apprezzato in maniera particolare Hemingway e il suo essere così speciale.
Concludo consigliadovi "Piove deserto", non solo perché si tratta di una lettura davvero piacevole, ma anche perché parla di un argomento, ahimè, tristemente attuale e proprio per questo fornisce numerosi spunti di riflessione.
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