giovedì 30 agosto 2018

Review Party - Recensione di "Il cielo è tutto nostro" di Luke Allnutt


Longanesi con le sue uscite l'ha fatta da padrone sul blog questa settimana e sulla scia di questo trend, ecco che oggi arriva la recensione di "Il cielo è tutto nostro" di Luke Allnutt, di cui vi ho parlato anche martedì nel focus sul tema del viaggio che trovate a questo link, nella mia tappa del blogtour dedicato al libro.


"Mentre risalgo lentamente la collina le sussurro.
Il cielo è tutto nostro, il cielo è tutto nostro."

Trama

Rob Coates ha tutto ciò che avrebbe potuto desiderare: Anna, una moglie fantastica, la loro bella casa a Londra e, soprattutto, suo figlio Jack, che rende ogni giorno una straordinaria avventura. 
Ma tutto cambia quando una terribile malattia irrompe nelle loro vite.
Ritrovatosi improvvisamente solo, Rob si abbandona a una spirale di disperazione e alcolismo, anche se nei momenti di lucidità cerca conforto fotografando i grattacieli e le scogliere che aveva visto con Jack. Ed è proprio da quelle foto che si dipana un filo di speranza, seguendo il quale Rob intraprende un viaggio straordinario all’interno di se stesso, alla ricerca del perdono e di un nuovo inizio.

Perché leggerlo?

Lo avevo già accennato nella tappa del blogtour: "Il cielo è tutto nostro" è una delle letture del 2018 che mi hanno più colpita e commossa.
Dalla trama è facile comprenderne il motivo, ma a mio parere quello che rende il romanzo così speciale sono i personaggi, e il legame di immediata empatia che si crea con il lettore. Vederli affrontare enormi sofferenze e prendere atto di quanto diverse possano essere le reazioni al dolore lacerante per la perdita di una persona cara, non fa altro che rafforzare, in chi legge, la sensazione di provare le stesse emozioni dei protagonisti.
Personalmente mi sono ritrovata molto nel modo in cui Anna, la moglie di Rob, gestisce il suo dispiacere, cercando di non sprofondare in un baratro senza ritorno e provando a trasformare un'esperienza così negativa in positiva, facendo del bene al prossimo.
Rob, invece, sceglie un'altra strada, o forse "scegliere" non è proprio il termine giusto, perché in realtà sragiona e inizia a bere; ma la cosa più importante è che decide di affrontare un viaggio in ricordo del piccolo Jack, un'avventura che gli salverà la vita e gli farà ritrovare un po' di pace. 
E la chiave di tutto il romanzo è proprio il viaggio stesso, oltre al significato che assumerà per Rob la frase Il cielo è tutto nostro
Preparate i fazzoletti cari miei, perché, sì, l'esordio letterario di Luke Allnutt racconta una storia triste, ma ha anche il merito di infondere speranza, ricordando ad ognuno di noi che il dolore non deve paralizzarci e che da esso, a volte, può scaturire anche qualcosa di bellissimo.
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E se per qualche motivo lo avete perso, ecco un riepilogo delle tappe del Blogtour!




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