mercoledì 17 ottobre 2018

Recensione - "La stanza della tessitrice" di Cristina Caboni

Cristina Caboni domani torna in libreria e regala al suo pubblico di affezionati lettori e ai nuovi ben disposti a scoprirla la sua quinta fatica, "La stanza della tessitrice".
Non ci giro intorno, vi dico fin da subito che la storia e la fantastica atmosfera che l'autrice ha saputo creare, rendono il libro davvero imperdibile.


Trama

Bellagio è il luogo dove Camilla si è rifugiata per iniziare una nuova vita. Solo qui è libera di realizzare i suoi abiti capaci di infondere coraggio, creazioni che sono ben più di qualcosa da indossare e mostrare. Ma ora è costretta ad abbandonare tutto perché Marianne, la donna che l'ha cresciuta come una madre, ha bisogno del suo sostegno. È lei a mostrarle il contenuto di un antico baule, un abito che nasconde un segreto: vicino alle cuciture interne c'è un sacchetto che custodisce una frase di augurio per una vita felice. È l'unico indizio per ritrovare la sorella che Marianne non ha mai conosciuto. Camilla non ha mai visto nulla di simile, ma conosce la leggenda di Maribelle, una stilista che, all'epoca della seconda guerra mondiale, era famosa come «Tessitrice di sogni». Nei suoi capi erano nascosti i desideri e le speranze delle donne che li portavano. Maribelle è una figura che la affascina da sempre: si dice che sia morta nell'incendio del suo atelier parigino, circondata dalle sue creazioni. Camilla non sa quale sia il legame tra Maribelle e la sorella che Marianne vuole ritrovare. Ma sa che è disposta a fare di tutto per scoprirlo. Sente che la sua intuizione è giusta: Parigi è il luogo da dove iniziare le ricerche; stoffe, tessuti e bozzetti la strada da seguire. Una strada tortuosa, come complesso è ogni filo di una trama che viene da lontano. Perché i misteri da svelare sono a ogni angolo. Perché Maribelle ha lottato per affermare le proprie idee. Perché seguirne le orme significa per Camilla scavare dentro sé stessa, dove batte un cuore che anche l'ago più acuminato non può scalfire.

Perché leggerlo?

Se già conoscete la scrittura di Cristina Caboni e amate il suo stile, "La stanza della tessitrice" sarà per voi una ulteriore conferma della capacità dell'autrice di tessere trame misteriose, appassionanti e cariche di significato. Se invece vi capiterà di conoscere Cristina con questo romanzo, state certi che sarà una fortuna perché avrete l'opportunità di innamorarvi di una storia e di personaggi che vi colpiranno nel profondo.
È giusto che aleggi il mistero sulle vicende nelle quali Camilla si troverà coinvolta, quindi lungi da me raccontarvi maggiori dettagli sui fatti narrati.
Sui personaggi, che oserei definire tutti protagonisti, data la loro grande rilevanza all'interno del complicato puzzle della storia costruita dalla Caboni, posso però esprimermi. Sono fragili, insicuri, imperfetti e proprio per questo hanno tanto da dire; è inevitabile essere ammaliati da loro e venir trascinati nel racconto delle vicissitudini che li riguardano, nella speranza che i segreti disseminati per tutto il libro vengano svelati.
Anche in "La stanza della tessitrice" è evidente il lavoro di ricerca e studio compiuto dall'autrice, non solo per quanto riguarda la conoscenza dei tessuti (a questo proposito ho trovato bellissima e molto interessante la descrizione dei vari tipi di stoffe posta all'inizio di ogni capitolo), ma anche la storia della tessitura e il mondo della moda. E da sarda, non posso che apprezzare il continuo richiamo alla nostra terra e alle leggende che la caratterizzano e la rendono così affascinante.

Vi consiglio di andare in libreria domani e regalarvi 
"La stanza della tessitrice", oppure di acquistarlo negli store online. In qualunque forma lo leggerete, l'importante è che lo facciate, perché è una bella lettura, di quelle che scaldano il cuore.

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