Sabato scorso, grazie alla casa editrice Sonzongno, io e altri blogger abbiamo avuto l'opportunità di incontrare e porre alcune domande alla scrittrice finlandese Minna Lindgren.
Abbiamo parlato del secondo volume della Trilogia di Helsinki, "Fuga da Villa del Lieto Tramonto" e della vita in Finlandia, e diciamo che, dopo il racconto dell'autrice, sicuramente non sceglierò questo paese come meta dove trascorrere la mia vecchiaia.
La Lindgren infatti nei suoi libri affronta con sarcasmo quello che invece nel suo paese è un vero e proprio problema. Gli anziani non vengono tenuti nella giusta considerazione e il personale che se ne prende cura nelle case di riposo, pensa semplicemente a svolgere il proprio compito e non mostra alcuna umanità.
Alla scrittrice va quindi dato il merito di aver "usato" i suoi libri per denunciare gli aspetti negativi della società in cui vive e per portare all'attenzione di tutti alcuni temi che sono quasi considerati "tabù" come eutanasia, immigrazione e lavoro in nero.
Durante la chiacchierata abbiamo inoltre scoperto che per creare i personaggi di Irma e Siiri, si è ispirata alla figura di sua nonna che la portava con sé in giro per Helsinki, in tram, e le raccontava tutte le curiosità sull'architettura del luogo.
Non voglio svelarvi altri dettagli perché vi rovinerebbero la lettura di questi due deliziosi volumi, ma desidero dirvi perché, a mio modesto parere, vale la pena leggerli:
- Siiri, Irma, Anna Liisa e gli altri arzilli vecchietti, vi ricorderanno sicuramente i vostri nonni e il solo pensiero vi farà sorridere. Il loro essere allo stesso tempo tanto attivi, ma stufi della vita, mi ha fatto ripensare alle parole di mia nonna, a ciò che lei sentiva.
- Riderete tanto. Irma rallegra sempre l'atmosfera con le sue battute fuori luogo e le sue stranezze. E gli altri membri della combriccola non sono da meno!
- C'è la giusta dose di mistero. Non pensate ad indagini su efferati omicidi...stiamo pur sempre parlando di "investigatori" novantenni!
- Ci sono tanti spunti di riflessione. Mi è capitato più volte di soffermarmi a pensare a come vorrei arrivare io ai miei 90 anni, a quale sarebbe per me una "bella morte".
- Quello che nella realtà è deprimente, viene reso divertente in entrambi i libri. La paura della morte viene esorcizzata grazie all'ironia che permea i due racconti.
Vi lascio con una frase del primo volume della Trilogia in modo che capiate sin da subito con che tipo di personaggi avrete a che fare.
"Rinunciare a qualcosa era inevitabile, ma arrendersi no"
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