giovedì 8 settembre 2016

"La sposa scomparsa" di Rosa Teruzzi

Buon giovedì cari lettori!
Oggi esce un libro che attendevo con ansia da quando, nel mese di aprile, ho conosciuto Rosa Teruzzi alla presentazione della scrittrice finlandese Minna Lindgren.
A me e ad altri blogger, Rosa aveva anticipato di aver scritto un giallo ambientato a Milano che sarebbe uscito nel mese di settembre.
E così, quando grazie alla casa editrice Sonzogno ho potuto leggere in anteprima il romanzo, la mia curiosità si è finalmente placata.  Ve lo dico subito: ho letto "La sposa scomparsa
in un pomeriggio e non c'è un elemento che non abbia adorato.
Sarà l'ambientazione nella città che mi ha adottato in questi ultimi mesi, o l'aver immaginato che ci fosse un po' di Sardegna nel cognome di una delle protagoniste, che, uniti alla bravura dell'autrice, mi hanno addirittura portata a rileggerlo.





Trama

Dentro Milano esistono tante città, e quasi inavvertitamente si passa dall’una all’altra. C’è poi chi sceglie le zone di confine, come i Navigli, a cavallo tra i locali della movida e il quartiere popolare del Giambellino. Proprio da quelle parti Libera – quarantasei anni portati magnificamente – ha trasformato un vecchio casello ferroviario in una casa-bottega, dove si mantiene creando bouquet di nozze. È lì che vive con la figlia Vittoria, giovane agente di polizia, un po’ bacchettona, e la settantenne madre Iole, hippie esuberante, seguace dell’amore libero. In una piovosa giornata di luglio, alla loro porta bussa una donna vestita di nero: indossa un lutto antico per la figlia misteriosamente scomparsa e cerca giustizia. Il caso risale a tanti anni prima e, poiché è rimasto a lungo senza risposta, è stato archiviato. Eppure la vecchia signora non si dà per vinta: all’epoca alcune piste, dice, sono state trascurate, e se si è spinta fino a quel casello è perché spera che la signorina poliziotta possa fare riaprire l’inchiesta.  Vittoria, irrigidita nella sua divisa, è piuttosto riluttante, ma sia Libera che Iole hanno molte buone ragioni per gettarsi a capofitto nell’impresa. E così, nel generale scetticismo delle autorità, una singolare équipe di improvvisate investigatrici – a dispetto delle stridenti diversità generazionali e dei molti bisticci che ne seguono – riuscirà a trovare, in modo originale, il bandolo della matassa, approdando a una verità tanto crudele quanto inaspettata.

Perché leggerlo?

Non vi parlerò dell'indagine condotta dal magnifico trio di investigatrici, perché gran parte del piacere che si prova nel leggere questo libro consiste nel seguire le varie piste, scoprire verità celate per anni e collegare tutti gli elementi che emergono.
Voglio invece soffermarmi su ciò che rende speciale "La sposa scomparsa", ossia la presenza di tre protagoniste che hanno caratteristiche talmente diverse tra loro che la loro interazione costituisce un mix esplosivo che rende la narrazione scorrevole e avvincente.
Sono certa che anche i lettori più seri, non potranno trattenere qualche sorriso durante la lettura delle pagine dedicate a Iole,  la più anziana del trio (badate bene: solo sulla carta!), una donna allegra e simpatica, che agisce senza porsi dei limiti e che parla senza filtri. È grazie al suo intervento che la figlia Libera (di nome, ma non di fatto) si risveglia dallo stato di torpore emotivo, causato dalla perdita del marito.
Libera è adorabile perché, nonostante abbia il grosso difetto di non riuscire a lasciarsi andare alle emozioni, in realtà è estremamente sensibile. Ama i libri e le storie di Jane Austen, e "parla" attraverso le sue composizioni floreali.
Infine c'è Vittoria che pur essendo investigatrice di professione, è quella meno coinvolta nelle indagini. È una ragazza misteriosa, che rischia di rovinare la sua vita perché divorata dalla rabbia e dal desiderio di vendetta nei confronti di chi ha ucciso il padre. Mi auguro che l'evoluzione del suo personaggio occuperà le pagine del seguito del libro, e sono veramente curiosa di scoprire cosa si nasconde dietro i suoi strani comportamenti.

La storia scritta da Rosa Teruzzi merita davvero. Leggerla vi metterà di buonumore, vi farà viaggiare con la mente tra le zone più belle e "poetiche" di Milano e vi coinvolgerà nelle poco ortodosse indagini di Libera e Iole.

Vi lascio con una canzone dedicata a Milano e con la raccomandazione di tornare a fare visita al blog perché la settimana prossima avrò modo di parlarvi nuovamente del libro!



Cara
scriverà sulle tovaglie dei Navigli
quanta gioia, quanti giorni, quanti sbagli
quanto freddo nei polmoni
che dolore
non è niente non è niente
lascia stare
se la Madonnina muore nasce un fiore

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