martedì 24 maggio 2016

"Borderlife" di Rabinyan Dorit

Amici lettori , 
oggi vi voglio parlare di una lettura che mi ha tenuto compagnia per qualche settimana. Si tratta di "Borderlife" di Rabinyan Dorit. 



Trama


È autunno, a New York. Il secondo senza le Torri.
Liat ha appena conosciuto Hilmi e gli cammina accanto nel pomeriggio che imbrunisce, mentre pensa: Non hai già abbastanza guai? Fermati, finché puoi! Ma fermarsi non può, perché, nonostante le ferite, la magia della Grande Mela è ancora intatta, e Hilmi ha gli occhi dolci e grandi, color cannella, riccioli neri e un sorriso infantile che spezza il cuore. Lei è di Tel Aviv, fa la traduttrice e si trova negli USA grazie a una borsa di studio. Ha servito nell’esercito e ama la sua famiglia (Che cosa penserebbero, se lo sapessero?). Lui vive a Brooklyn e fa il pittore, e nei suoi quadri c’è sempre un bimbo che dorme e sogna il mare, quel mare di cui da ragazzo poteva cogliere appena un lembo, da lassù, al nono piano di un palazzo di Ramallah.
Che questo amore sia un’isola nel tempo, si dice lei. Un amore a cronometro, un amore a scadenza, la stessa indicata sul visto, la stessa impressa sul biglietto del volo di ritorno per Israele, verso la vita reale. 
Finché, mentre oscillano tra l’ebbrezza della libertà e il senso di colpa, scoprendosi accomunati dalla nostalgia per quello stesso sole e quello stesso cielo, la vita reale non bussa davvero alla loro porta… 

Perchè leggerlo?


Ero molto curiosa di leggere questa storia perché il fatto che sia stata bandita dal Ministero dell'Istruzione israeliano, ha suscitato numerose polemiche e ha portato alcuni scrittori, tra i quali Amos Oz e A. Yehoshua, a pronunciarsi sull'accaduto. Il primo, ovviamente sdegnato per la censura, ha ricordato che anche anche nella Bibbia sono presenti amori tra ebrei e non ebrei.



«Una storia d’amore più forte dell’eterno conflitto fra due popoli. Un libro magnifico.» -   Amos Oz

«Questo libro va riconosciuto per il suo alto valore.» - Abraham Yehoshua

Questo libro, contenuto in una lista di titoli consigliati ai ragazzi, è stato ritenuto "pericoloso"  in quanto potrebbe "istigare" i giovani israeliani a sposarsi con non ebrei e darebbe un'immagine molto negativa dell'esercito israeliano.

"Borderlife" non è stata una lettura facile perché non è solo una storia d'amore. Più volte ho avuto il bisogno di fare delle pause, soprattutto quando le discussioni politiche fra i protagonisti diventavano molto accese.
 Mi sono ritrovata a pensare agli anni dell'università, durante i quali, studiando Storia e istituzioni dell'Islam, ho approfondito la conoscenza delle origini del conflitto arabo-israeliano e non ho mai capito come alcuni colleghi potessero prendere posizione a favore di una delle due parti.
Per questo ho apprezzato che Rabinyan Dorit abbia dato voce ad entrambe sottolineando che attualmente il vero problema del conflitto non sono le rivendicazioni di entrambi i popoli, ma l'incapacità di trovare un accordo. Non si può tornare indietro, la situazione è questa. Che si fa? Nulla, assolutamente nulla, si combatte.
La pacifista che è in me ha sofferto leggendo questo racconto. Trovo assurdo che due persone non si possano amare perché hanno la colpa di appartenere a popoli nemici. Ed è altrettanto ridicolo che si tema che una storia simile, immaginata dalla scrittrice, possa condizionare le scelte di vita delle persone. 
Ai libri va riconosciuto il merito di risvegliare le menti, ma questo succede solo se le persone sono predisposte a tale cambiamento! Il libro è solo un pretesto, la questione vera è che probabilmente è giunto il momento di andare avanti, verso il mondo sognato da Hilmi e Liat, due personaggi che mi hanno colpito perché non smettono di essere degli idealisti nemmeno di fronte alla triste realtà.

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