mercoledì 5 settembre 2018

Recensione - "Un tè tra le stelle" di David M. Barnett



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Un tè tra le stelle" di David M. Barnett è, da qualche settimana, uno dei libri che tengo sul comodino, sempre a "portata di occhi". Perché, lo ammetto, tra le mie tante strane abitudini da lettrice, c'è anche quella di sfogliare i libri che ho già letto e, prima di dormire, rileggerne alcuni passi che mi hanno particolarmente emozionato. Il libro di Barnett è arrivato in libreria ieri per Sperling & Kupfer ed è da quando l'ho terminato che fremevo dalla voglia di parlarvene. Perché? 

Continuate a leggere per scoprirlo!
Prima, però, ci tengo a chiarire che, nonostante la cover "romantica", non si tratta di un romance. "Un tè tra le stelle" è, sì, un romanzo che parla d'amore, ma in una dimensione più generale, inteso come amore per la vita e per gli altri.



"Che cosa ho fatto, in fondo? Ti ho dato solo false speranze", ribatte Thomas.
"Sempre meglio che non averne, di speranze", commenta James sottovoce. "Secondo me non sei quello che dici di essere. Avrai pur fatto felice qualcuno, no?"

Trama

Tom Major odia l’umanità. Odia suo padre. Odia la sua vita. Ecco perché si è autocandidato per quel viaggio su Marte in solitaria promosso dall’Agenzia spaziale britannica: per almeno vent’anni sarà lontano dagli esseri umani e dai loro problemi, potrà sorseggiare il tè tra le stelle in santa pace, dedicandosi alla musica e alle parole crociate.
Un giorno, tuttavia, un banale errore nella connessione telefonica spazio-Terra lo mette casualmente in contatto con la signora Gladys, che con i suoi 71 anni e un principio di Alzheimer è l’unica famiglia che resta ai suoi due nipoti, l’adolescente Ellie e il piccolo James, che cercano di nascondere ai servizi sociali la demenza sempre più evidente della nonna, per non essere affidati a degli sconosciuti.
Una telefonata dopo l’altra, Thomas diventerà una sorta di angelo custode spaziale per questa famiglia strampalata, pronto a guidarla tra le difficoltà della vita. E proprio grazie alle stranezze di Gladys, alla determinazione di Ellie e alla genialità di James, Thomas non sarà più l’uomo cinico e scorbutico che aveva abbandonato la Terra per dimenticare tutto e tutti. Scoprirà che la vita vale la pena di essere condivisa sempre e che tutti abbiamo bisogno di qualcuno che ci aspetti a casa, anche al di là delle stelle.

Perché leggerlo?

Le storie che coinvolgono bambini, anziani e persone dall'apparente cuore di pietra mi fanno sempre un certo effetto, e quando ho iniziato a leggere "Un tè tra le stelle" ero sicura che avrei avuto bisogno di qualche fazzoletto e di godermi il romanzo in solitudine, libera di dare sfogo alle mie emozioni. Così è stato, ma ne è valsa la pena perché mi sono goduta ogni singola pagina di questo libro. 
Una lettura che mi è piaciuta non solo perché sono una persona molto emotiva e sensibile, ma perché Tom, Gladys e i suoi nipoti sono dei personaggi dai quali non si può fare a meno di essere colpiti. È, infatti, con passione che si seguono le vicende di questo eterogeneo gruppo di protagonisti e si è partecipi delle loro conquiste e delle loro sconfitte. 
E se fin dal primo momento, la scelta di Tom di andare su Marte per stare in completa solitudine, ci appare come una pazzia, a poco a poco, andando avanti nel racconto, comprendiamo le sue ragioni e siamo testimoni del suo cambiamento interiore che avviene grazie all'arrivo, nella sua vita, di James, Ellie e Gladys. Per Tom "l'incontro" con loro tre sarà solo l'inizio di un percorso che lo porterà a fare i conti col passato e a riscoprire la capacità di amare che è insita in ognuno di noi.
"Un tè tra le stelle" è un romanzo delicato, che non ha bisogno di grandi colpi di scena e di tragedie per far breccia nel cuore di chi lo legge. Contano le relazioni tra i personaggi, i loro sentimenti, le loro riflessioni: è per questo che è così facile sentire vicina una storia come quella raccontata da Barnett. E proprio il modo in cui l'autore narra i fatti e dà voce a Tom e a quella che diventerà la sua singolare famiglia è un altro dei punti di forza del libro; un racconto in terza persona che non crea distacco, ma che, anzi,  contribuisce a darci una visione più ampia della storia.
Le lodi per 
"Un tè tra le stelle" non si esauriscono qui però. C'è un'ultima cosa per la quale vi consiglio la lettura di questo romanzo: le canzoni e i riferimenti alla cultura pop. Bellissimi!


A questo proposito, ecco un piccolo assaggio di quello che potrete gustarvi...



"There’s a starman waiting in the sky"
Starman - David Bowie

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